In caso di compagna del padre violenta è necessario analizzare nel dettaglio la specifica vicenda, venendo in rilievo i diritti inviolabili della prole minore. Nelle vicende separative indubbiamente uno degli aspetti più importanti è rappresentato dai provvedimenti che riguardano il collocamento dei minori. Il collocamento concerne la scelta in ordine alla residenza abituale del figlio che può essere presa di comune accordo tra i coniugi o, in caso di disaccordo, dal giudice. In caso di separazione giudiziale il Giudice è quindi tenuto a decidere rispetto al collocamento dei figli minorenni. Il giudice nell’adozione dei provvedimenti riguardanti i figli minori deve avere come principio guida la tutela della serenità e dell’equilibrio del minore. I provvedimenti del Giudice devono stabilire un’organizzazione dei tempi di frequentazione con ciascun genitore, tesa a non destabilizzare la quotidianità dei minori.
I minori di norma, vengono collocati prevalentemente presso il genitore ritenuto più idoneo a rispondere direttamente ai loro interessi.
La modifica del collocamento del figlio
Cosa accade in caso di nuova compagna del padre violenta? Se in un momento successivo alla emanazione dei provvedimenti del giudice sul collocamento, avvengono dei fatti che rendono il genitore collocatario non idoneo, il regime del collocamento, può essere modificato?
La risposta al quesito in questione non può che essere assolutamente affermativa. Nel caso concreto preso in considerazione, analizziamo la modifica del collocamento di una minore, avvenuta a causa dei comportamenti violenti tenuti dalla compagna del padre presso cui era stata inizialmente collocata.
Già in altro articolo abbiano analizzato le singole fattispecie in cui può essere deciso l’affidamento esclusivo ad un solo genitore.
La vicenda processuale analizzata
Una minore veniva affidata dal Tribunale ad entrambi i genitori, ma collocata a Milano presso la madre. Nel provvedimento veniva anche stabilita in modo molto preciso, la calendarizzazione che regolava i tempi di permanenza della minore presso il padre, a tutela del principio della bigenitorialità. La madre della bambina reclamava la sentenza del Tribunale chiedendo un aumento del contributo al mantenimento per la minore, il padre chiedeva contestualmente un ampliamento dei tempi di frequentazione con la figlia.
La Corte alla luce della presenza di un’elevatissima conflittualità genitoriale decideva di affidare la minore al comune di Milano, chiedendo contestualmente l’intervento dei Servizi Sociali e disponendo una CTU psicodiagnostica. Ad un anno di distanza ed in seguito alla restituzione dei Servizi, La Corte D’Appello di Milano, decideva di limitare la responsabilità genitoriale per le scelte di maggiore importanza che riguardano la minore, la quale però questa volta, veniva collocata prevalentemente presso il padre, riconoscendo alla madre tempi di frequentazione con la minore particolarmente limitati. La madre decideva a questo punto di ricorrere alla Corte di Cassazione, lamentando l’omesso esame di gravi fatti avvenuti negli ultimi mesi ed in particolare, condotte violente messe in atto dalla nuova compagna del marito in presenza della figlia minore, collocata presso lo stesso. La donna lamentava inoltre lacune nella disamina di elementi istruttori ritenuti decisivi, la violazione del contraddittorio nella CTU psicodiagnostica e la mancata nomina, in favore della minore, di un curatore speciale.
Nuova compagna del padre violenta violenta: la pronuncia della Corte di Cassazione (Ordinanza 30160/2022)
La Corte di Cassazione attraverso l’ordinanza 30160/2022 esaminando il ricorso della madre, lo ha accolto rimettendo in discussione il collocamento della figlia minore presso il padre. E’ emerso infatti, come lo stesso avesse una nuova compagna molto violenta e vivesse con la stessa un rapporto particolarmente conflittuale in presenza della minore. Secondo gli Ermellini questa situazione non può che incidere negativamente sulla serenità della bambina e ritenendo il provvedimento della Corte D’appello lacunoso, pone l’attenzione sulla gravità dei comportamenti violenti, posti in essere dalla compagna del padre in presenza della minore. La Corte di Cassazione con questa pronuncia ha quindi stabilito che le nuove relazioni dei genitori possono essere considerate uno dei fattori capaci incidere sul regime del collocamento di un minore.
Come si è visto, il collocamento del minore è uno degli argomenti cardine del diritto di famiglia. Per questo è imprescindibile una assistenza legale specifica con il patrocinio di un avvocato divorzista.